lunedì 15 luglio 2024

Mio padre è nato per i piedi [RECENSIONE]

 


Autore: Elena Bosi
Casa Editrice: Neri Pozza
Pagine: 224
Prezzo: 18.00€


Trama: A tre anni, Giulia è una bambina spigliata, autonoma, sempre con la risposta pronta. Forse anche perché la nonna ha l’abitudine di servirle un caffellatte ogni mattina, salvo poi lamentarsi di quanto sia nervosa. Però, visto che abita a Concordia sulla Secchia, un paesino in provincia di Modena, Giulia è anche una bambina che a tre anni può andarsene in giro da sola sul suo triciclo – l’importante è che non esca mai dai portici – fingendo di fare acquisti nei negozi e cantando Bandiera rossa, come le hanno insegnato gli anziani clienti della pasticceria di famiglia. È con loro che Giulia è nonni, zii, zie, vicini di casa e di bottega, parenti acquisiti, passanti, ragazze, mamme, vecchi e commercianti, tutti personaggi di un microcosmo bizzarro e meraviglioso, memorabile. Dal nonno che ha perso un polmone in una tempesta di sabbia durante la guerra alla zia suora che ipnotizza i topi; dal dottor Francesco, dentista che sa curare tutti i mali, alla libraia Arpalice che non vende libri ma manda i clienti in biblioteca; da Lina, una cliente con la fissa delle zucche, alla zia Tilde, capace di riconoscere le donne incinte dal collo. Un mondo che Giulia descrive con tono allegro e solo in apparenza leggero, perché l’ironia e il brio di chi la circonda sono spesso un modo per esorcizzare la malinconia e la solitudine. Una solitudine a cui ogni personaggio risponde a modo chi confidandosi con la luna, chi cercando presagi felici nei sogni propri e altrui, chi con una battuta, una fuga o una grande abbuffata.
Con Mio padre è nato per i piedi Elena Bosi, «la figlia dei portici», crea così l’affresco di una famiglia e di un’intera comunità, un romanzo corale che ci restituisce un mondo sorprendente e poetico che forse sta scomparendo.


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Buonsalve lettori e bentrovati! Oggi vi porto la recensione di un libro che è anche un esordio tutto italiano, un romanzo che mi è stato gentilmente inviato da Neri Pozza: Mio padre è nato per i piedi di Elena Bosi.


"Perchè il cuore resiste, resiste, sopporta anche le crisi più tremende, e ci si illude che possa sempre andare così, che possa resistere all'infinito. Finchè, una mattina, il cuore cede"


Elena Bosi esordisce con un nostalgico romanzo ambientato in un passato non troppo lontano, un un racconto corale della sua famiglia nel corso dei decenni. Giulia, alter ego della scrittrice, è la "figlia dei portici" di un piccolo paesino non troppo lontano da Modena, Concordia sul Secchia. Qui si conoscono tutti, così come è conosciuta la sua famiglia sin dai tempi dei suoi nonni, da quando sotto quei portici i suoi genitori gestivano una salumeria, poi un panificio, poi un ristorante e via così. Giulia è cresciuta in una comunità che raramente si incontra ancora in Italia, in cui i supermercati e la tecnologia era ancora ben lontana; ed è con questo spirito di familiarità che l'autrice ci descrive i cittadini di Concordia, ognuna con le sue peculiarità, senza dimenticarsi nessuno - neanche i "matti" del paese.
E così, in questi 80 capitoli che sono delle piccole storie a sè stanti, Elena Bosi ci fa entrare quasi in punta di piedi nella casa dei suoi genitori, in quella dei suoi nonni, bisnonni, zii: tutti loro hanno una storia da raccontare, vizi e virtù, stramberie e buon cuore. C'è il nonno asmatico, c'è la nonna che legge i tarocchi, il fratello che è nato di sabato all'una e suo padre, che è nato per i piedi per distinguersi dalla massa. Con lo scorrere delle pagine è impossibile non affezionarsi un pochino a tutti loro, che diventano quasi la nostra, di famiglia, anche perchè nelle loro vicissitudine chi è nato tra gli anni '80 e '90 non potrà non riconoscersi almeno un pochino - volete un esempio? Si parla del Telefono Azzurro!

Elena Bosi non vuole scrivere un capolavoro, non ci prova neanche; piuttosto, il suo intento è rendere omaggio al suo passato, alle sue radici, a quel mondo e a quegli anni che con amarezza sa che non torneranno mai più. Ed è proprio l'ultimo capitolo quello più amaro di tutti, perchè non te lo aspetti, ti spiazza, ma ti fa apprezzare appieno tutto ciò che si è letto prima.
Mio padre è nato per i piedi è, in conclusione, un valido esordio!

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