Pagine: 339
Prezzo: 18€ (cartaceo), 9,99€
Trama: Noemí Taboada riceve una lettera angosciata e delirante da sua cugina
Catalina, che ha appena sposato un inglese altolocato e che implora il
suo aiuto. E così si reca a High Place, una tetra dimora sperduta tra le
montagne del Messico. Noemí è poco credibile nei panni della
crocerossina: è una raffinata debuttante, più adatta ai cocktail party
che alle indagini poliziesche, ma è anche caparbia, sveglia, e non si
lascia intimorire facilmente: certo non dal marito di Catalina, uno
sconosciuto dall'aria sinistra ma intrigante; né dal padre, l'anziano
patriarca che sembra particolarmente attratto da lei; e neppure dalla
casa, che inizia a invadere i suoi sogni con visioni di sangue e
sventure. Il suo unico alleato in questo luogo inospitale è il più
giovane membro della famiglia. Ma forse anche lui ha un oscuro segreto
da nascondere. Mentre dal passato riemergono storie di violenza e
follia, Noemí viene lentamente risucchiata in un mondo terrificante e
seducente al tempo stesso. Un mondo dal quale potrebbe essere
impossibile fuggire.
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Buonsalve gente! Prima di iniziare con la recensione di questo libro, ci tengo a ringraziare immensamente Ambra di Paranormal Book Lover per aver organizzato questo evento e aver creato il banner che vedete qui sopra!
E’ uscito due giorni fa per Mondadori – Oscar
Fabula, che ringrazio per la copia digitare in anteprima, Mexican Gothic di
Silvia Moreno-Garcia, un thriller/horror dalla forti tinte soprannaturali
ambientato nel Messico degli anni ’50 e molto chiacchierato in America e in
Inghilterra, dove è uscito lo scorso anno.
Protagonista delle vicende è Noemi Taboata, giovane rampolla della società bene
che passa le sue giornate tra una festa e l’altra, spensierata e a tratti anche
viziata. La sua vita procede senza intoppi, almeno fino a quando suo padre non
le ordina di recarsi nella piccola e sperduta città di El Triunfo e accertarsi
della condizioni di salute di sua cugina Catalina, la quale sembra essere in
uno stato mentale alterato e in precarie condizioni di salute.
Catalina e Noemi hanno un fortissimo rapporto, sono cresciute insieme e per
questo Noemi accetta immediatamente la richiesta del padre e si reca preso la
dimora dei Doyle, High Place, un antico palazzo dal gusto prettamente inglese dove
tutto sembra immobile e allo stesso tempo sempre in movimento, in cui la luce
raramente illumina le stanze e i suoi abitanti custodiscono raccapriccianti
segreti.
Ho iniziato questo libro senza troppe pretese, sia perché gli horror non sono
propriamente nelle mie corde e sia perché temevo di avere davanti l’ennesimo
fuoco fatuo dell’editoria contemporanea: eppure, man mano che la storia
procedeva, mi sono inaspettatamente ritrovata a macinare capitoli dopo
capitoli, leggere un romanzo molto intrigante e ben costruito, che mi ha anche
fatta rabbrividire in alcuni punti.
La trama ricorda molto “L’incubo di Hill House” di Shirley Jackson e, se mi
permettete il paragone con il Re, richiama sotto alcuni aspetti anche “Shining”
di Stephen King: High Place si pone, a mio avviso, tra i protagonisti del
romanzo e, proprio come Hill House e l’Overlook Hotel, entrerà in contatto con
Noemi e sussurrerà al suo orecchio, rivelandole il suo passato e la storia
delle donne che hanno vissuto tra quelle stesse mura molti anni prima. Il
risultato vi farà trattenere il fiato.
Tanto quanto High Place, anche i suoi abitanti sono inquietanti e terribili,
nonché il punto forte del libro insieme alla magione: abbiamo Virgil, il marito
di Catalina, un uomo solo in apparenza affascinante, ma che in realtà si
dimostrerà da subito subdolo e calcolatore; poi c’è Florence, la zia di Victor,
una donna che mi ha dato i brividi per tutto il tempo e che trama nell’ombra
della casa; infine c’è il padrone di casa, Mr. Doyle, che soffre di gotta e
che, nonostante sia il personaggio che si vede meno di tutti, è quello dietro
le quinte muove tutti i fili. A questo simpatico trio si aggiunge Francis, cugino
di Victor e figlio di Florence: Francis è taciturno, schivo, impacciato, eppure
è l’unica persona di cui Noemi sembra potersi fidare. Come gli altri, anche lui
nasconde segreti indicibili che si perdono nella notte dei tempi…
Se dovessi trovare un difetto a questo libro, parlerei dell’ambientazione:
nonostante il romanzo della Moreno-Garcia si chiami “Mexican Gothic” c’è ben
poco di messicano qui. High Place, per quanto imponente e spettrale, perfetta
per il suo ruolo, è più una grande dimora che richiama le atmosfere gotiche
inglesi alla Frankenstein, piuttosto che il caldo del Messico o le sue
architetture brune; anche del folklore messicano si parla poco e nulla e di
questo mi dispiace davvero. Per me è stata un’occasione persa - e sprecata -
per poter finalmente parlare di una cultura poco conosciuta qui in Europa o,
ancora, per sfatare dei falsi miti e raccontarci degli aneddoti peculiari.
Nonostante questo, però, il romanzo mi è davvero piaciuto ed è riuscito a
vincere le mie perplessità iniziali – prima tra tutti quella che riguardava la
protagonista, che inizialmente si dimostra saccente e insopportabile. Forse non
è per tutti, sicuramente dividerà com’è già successo, ma io vi consiglio di
dargli una possibilità e di non fermarvi alle prime difficoltà – la trama che
ingrana subito, il ritmo lento – così da riuscire a coglierne tutte le
sfumature.
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