mercoledì 18 maggio 2022

L'Apprendista Assassino [RECENSIONE]

 


Autrice: Robin Hobb
Titolo: L'apprendista Assassino (La Trilogia dei Lungavista, Vol.1)
Casa Editrice: Fanucci Editore
Pagine: 480
Prezzo: 9.99€ (cartaceo), 19€ (digitale)


Trama: Un'umanità di servi e signori abita un mondo pervaso da una magia sottile e inquietante, fra intrighi di corte e minacce di misteriosi pirati in grado di manipolare le loro vittime privandole di ogni forma di raziocinio e sentimento. Tra questi pericoli si aggira il giovane Fitz, un "bastardo" di stirpe reale, la cui sola consolazione è un magico e tenero legame con gli animali. Accolto a corte, Fitz dovrà apprendere l'uso delle armi e le regole dell'etichetta, ma il suo destino è legato all'abilità di uccidere nell'ombra... Diventare un assassino vuol dire intraprendere un mestiere crudele e solitario, e soprattutto scoprire i propri poteri, lascito del sangue dei Lungavista... Sospeso nella magia del mito e del romanzo cavalleresco, "L'apprendista assassino" racconta un universo drammatico in cui la lotta fra il Bene e il Male non è mai una guerra tra opposti inconciliabili, ma uno scontro umano tra fato e necessità, tra libero arbitrio e destino, con personaggi la cui esistenza è sempre, inevitabilmente, imprevedibile.


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"Essere aperti significa solo non essere chiusi. E si entra nella mente di un altro soprattutto quando si è disponibili a uscire dalla propria."


Robin Hobb (pseudonimo di Margaret Ogden) è una delle autrici epic fantasy più amate e apprezzate dal grande pubblico e della critica. E’ anche una delle più prolifiche, avendo all’attivo ben venti libri scritti in meno di 30 anni, tutti ambientati nel mondo dei Sei Ducati e quasi tutti che vedono protagonista FitzChevalier, bastardo reale addestrato per diventare il migliore assassino di corte di sempre.
Ed è proprio nell’Apprendista Assassino, primo libro della Trilogia dei Lungavista edito Fanucci, che ringrazio per la copia omaggio, che incontriamo per la prima volta Fitz e ci inoltriamo insieme a lui nelle complesse e buie dinamiche di corte fatte di intrighi politici e segreti indicibili.

Fitz ci viene presentato come un bambino senza nome, figlio di una giovane donna di cui non sapremo mai l’identità e dell’erede al trono della casata dei Lungavista, Chevalier. In un giorno di pioggia apparentemente come tanti viene condotto da suo nonno presso una delle dimore della famiglia reale e qui viene lasciato, non prima però di rivelare a tutti l’identità segreta del ragazzino. Da questo momento in poi tutto cambierà per Fitz, ma anche per il futuro dei Sei Ducati: scoperta la notizia, infatti, Chavalier abdicherà al trono e questo metterà in moto una serie di azioni e reazioni che rischieranno di portare la famiglie reale sul baratro.

Durante il corso della narrazione assistiamo all’arrivo a Castelcervo di Fitz – chiamato così da Burritch, stalliere e amico del padre – dove sarà presentato alla corte di Re Sagace, e successivamente addestrato per volontà di quest'ultimo sia come nobile di corte, ma anche come assassino nelle segrete del castello. Sarà Umbra, personaggio sfuggente e oscuro proprio come il suo nome, ad addestrare il ragazzo e a iniziarlo all’utilizzo dell’Arte, una rara abilità magica che permette a chi la possiede di piegare il pensiero degli altri. Eppure l’Arte non è l’unica abilità che Fitz sembra possedere: il giovane ragazzo, infatti, ha la capacità di stabilire un profondo legame con gli animali, in particolare con i cani. Lo Spirito, così si chiama questa rara abilità, non è ben visto nei Sei Ducati, poiché porta gli uomini a diventare loro stessi delle bestie, e per questo motivo Fitz è costretto a tenere nascosta a tutti, anche alle persone che più ama, questo suo dono. Come avrete già capito la sua vita non sarà affatto facile, e nel corso della lettura non mancheranno sfide e dinamiche che metteranno il nostro protagonista a dura prova. 

Sarò onesta: quando ho deciso finalmente di approcciarmi alla Hobb l’ho fatto non senza timore. Leggendo vari pareri sui blog e YouTube avendo paura che non mi sarebbe piaciuto anche a causa delle critiche che descrivevano questo libro come lento e prolisso. E invece ho amato TUTTO!
Vero, in questo primo romanzo per la maggior parte del tempo accade poco e nulla: nella prima metà, infatti, assistiamo all'addestramento di Fitz per diventare assassino di corte e imparare ad usare l'Arte e poco altro. Nonostante questo dilungarsi di eventi è innegabile che ogni singola pagina sia scritta magistralmente, così come sono pazzeschi i personaggi e il worldbuilding. Ho adorato Fitz, voce narrante di questa trilogia e giovane ragazzo che, all'età di soli sei anni, viene catapultato in un mondo di intrighi e gelosie, complotti e assassini spietati. Come suddetto, la sua vita non è affatto facile ed entro la fine del romanzo saranno molti i traumi e i soprusi subiti.
Al giovane FitzChevalier si affiancano personaggi complessi e grigi come Burrich, Galen o il Matto, ma anche persone meravigliose e onorabili come Veritas, lo zio di Fitz, che insieme al nipote si è ritagliato un posto speciale nel mio cuore di lettrice.

"Una partita non è finita fino a quando non ha vinto, Fitz!"

Ogni capitolo è scritto magistralmente, ti affascina e ti fa immergere in un mondo di cui vediamo una piccolissima parte - ma io sono pronta a scoprirne ogni angolo. Ora capisco perché George Martin consiglia i suoi libri e il perché della sua fama internazionale: i suoi romanzi vincono il trascorrere del tempo, non invecchiano, al contrario risultano sempre attuali e contemporanei nello stile e nella struttura narrativa.
Per essere un esordio, L’Apprendista Asassino è qualcosa di pazzesco e non oso immaginare come si sia evoluto lo stile della Hobb nel corso degli anni e cosa la sua mente sia riuscita a partorire.

Sono pronta ad andare avanti e a continuare a gioire, soffrire, arrabbiarmi e maledire tutto e tutti insieme a Fitz. Robin Hobb, non ti temo e so già che diventerai la mia autrice fantasy preferita!

VOTO FINALE: 4/5🌟

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