Autore: Jing-Jing Lee
Casa Editrice: Fazi editore
Pagine: 400
Prezzo: 17 €
Trama: Wang Di ha soltanto sedici anni quando viene
portata via con la forza dal suo villaggio e dalla sua famiglia. È poco
più che una bambina. Siamo nel 1942 e le truppe giapponesi hanno invaso
Singapore: l’unica soluzione per tenere al sicuro le giovani donne è
farle sposare il più presto possibile o farle travestire da uomini. Ma
non sempre basta. Wang Di viene strappata all’abbraccio del padre e
condotta insieme ad altre coetanee in una comfort house, dove viene
ridotta a schiava sessuale dei militari giapponesi. Ha inizio così la
sua lenta e radicale scomparsa: la disumanizzazione provocata dalle
crudeltà subite da parte dei soldati, l’identificazione con il suo nuovo
nome giapponese, il senso di vergogna che non l’abbandonerà mai. Quanto
è alto il costo della sopravvivenza?
Sessant’anni più tardi,
nella Singapore di oggi, la vita dell’ormai anziana Wang Di s’incrocia
con quella di Kevin, un timido tredicenne determinato a scoprire la
verità sulla sua famiglia dopo la sconvolgente confessione della nonna
sul letto di morte. È lui l’unico testimone di quell’estremo, disperato
grido d’aiuto, e forse Wang Di lo può aiutare a far luce sulle sue
origini. L’incontro fra la donna e il ragazzino è l’incontro fra due
solitudini, due segreti inconfessabili, due lunghissimi silenzi che
insieme riescono finalmente a trovare una voce.
Con una scrittura
poetica e potente, in questo romanzo d’esordio Jing-Jing Lee attinge
alla sua storia familiare raccontando la memoria dolorosa e a lungo
taciuta di una generazione di donne delle quali è stata per decenni
negata l’esistenza: una pagina di storia che troppo a lungo è stata
confinata all’oblio.
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"Perchè attaccarsi al passato? Ormai era
finita e volevo solo guardare avanti, continuare a vivere. Non so se fu
la cosa giusta. Ma adesso sono qui. Sono passati molti anni, ma ricordo
tutto. Non l'avrei mai creduto. M ricordo tutto"
Storia della
nostra scomparsa è un potente romanzo storico ambientato in parte nella
Singapore dei primi anni 2000 e in parte in quella occupata dai
giapponesi durante il secondo conflitto mondiale. Wang Di, la
protagonista principale, è una giovane ragazza di origine cinese che
vive con i suoi genitori e i suoi due fratelli minori in un kampong,
ovvero le baraccopoli tipiche di quell'isola e di altri stati come
Malesia e Indonesia. Wang Di conduce una vita semplice, fatta di
faccende domestiche e lunghe passeggiate verso il mercato cittadino,
dove vende le verdure dell'orto della sua casa. Non è istruita, essendo
una donna questo le viene precluso, e la sua famiglia le cerca un marito
che la sposi quanto prima.
Tutto cambia nel 1941, quando i soldati
giapponesi fanno irruzione nel suo piccolo villaggio, raziando e
prendendo le giovani donne presenti, costringendole a diventare donne di
conforto. Di questa figura delle donne di conforto, di questo tema
estremamente delicato, si è iniziato a parlare molto dopo la fine della
guerra, poiché questo recava disonore sulla donna e sulla famiglia, che
spesso ripudiava o uccideva le ragazze una volta terminata la guerra.
Compito di queste donne, infatti, era "confortare" i soldati giapponesi
ogni giorno, ricevendone dai trenta ai quaranta ogni sera; nessuna di
loro aveva scelta, sostanzialmente il loro era un inferno fatto di
stupri, di malattie trasmesse dai soldati e spesso di morte.
E' questo che Wang Di deve subire per tre anni, fino alla fine della guerra, quando viene miracolosamente liberata...
Il
Vecchio si stupiva spesso della sua memoria, della facilità con cui
ricordava i numeri di telefono, le ricette che aveva sentito in
televisione [...] "E' così quando non sai scrivere", gli aveva detto lei
una volta "Non ti resta che imparare tutto a memoria". E poi era
rimasta in silenzio. Pensando che era una condanna dover ricordare ogni
cosa"
Oltre alla Wang Di ragazza conosciamo anche quella
anziana, una donna silenziosa e timida che ha appena perso suo marito e
si sta preparando a lasciare anche la casa in cui hanno vissuto insieme.
Tra Wang Di e il Vecchio, come lo chiama affettuosamente, ci sono
sempre stati lunghi silenzi e parole non dette, segreti che nessuno dei
due è riuscito a confessare all'altro per un motivo o per un altro. E
sarà proprio questi segreti, queste storie dimenticate, che porterà alla
luce l'altro protagonista del libro, Kevin, un ragazzino dagli occhiali
spessi che verrà a conoscenza del segreto più grande della sua
famiglia, una storia che sua nonna gli racconterà prima di andarsene per
sempre.
"Dopo quella sera, mio padre sparì ancora di più. Fu
allora che imparai che è possibile sparire anche senza andarsene,
diventare più vuoti del vuoto. Più neri del nero."
Il romanzo
della Lee è una lunga e straziante dedica alla memoria, a una parte
della Storia che alcuni hanno dimenticato e che altri - come noi
occidentali - non conosciamo. Troppo poco, infatti, si parla in Europa
di cosa il secondo conflitto mondiale ha portato dall'altra parte del
mondo, di cosa è successo ad altre minoranze, come quella coreana o
cinese. La Lee ce lo racconta attraverso le donne, quelle che da sempre
sono le più colpite dalla guerra, che come Wang Di e Ah Ma, la nonna di
Kevin, hanno pagato un prezzo altissimo. Le loro voci si intrecciano a
quelle degli altri, ti fanno riflettere e scoprire una storia mai
banale, dove niente è ciò che sembra; più e più volte, infatti, sono
stata portata fuori strada dall'autrice, scoprendo una nuova strada,
un'alternativa alla storia che mi ero immaginata.
Leggere Storia
della nostra scomparsa non è stato semplice: le sue tematiche ti mettono
alla prova, ma mai ho sentito il desiderio di non continuare, di
lasciare il romanzo in sospeso. Al contrario, mi sono dovuta trattenere
dal finirlo in pochi giorni, perchè questo è un libro che ti cattura e
ti trascina in un mondo lontano non solo nel tempo, ma anche nella
distanza geografica e culturale. Wang Di, Ah Ma, Kevin, Chia Soon Wei,
sono tutti personaggi con una storia da raccontare, una storia che è
quasi scomparsa, ma che alla fine si prende il posto che le spetta e
arriva al cuore di chi legge.
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