Titolo: La Vita Invisibile di Addie Larue
Casa Editrice: Mondadori - Oscar VaultPagine: 492
Prezzo: 24€ (cartaceo) 10,99€ (ebook)
TRAMA: "Non pregare mai gli dèi che sono in ascolto dopo il tramonto.". E se potessi vivere per sempre, ma della tua vita non rimanesse traccia perché nessuna delle persone che incontri può ricordarsi di te? Nel 1714, Adeline LaRue incontra uno sconosciuto e commette un terribile errore: sceglie l'immortalità senza rendersi conto che si sta condannando alla solitudine eterna. Tre secoli di storia, di storie, di amore, di arte, di guerra, di dolore, della solennità dei grandi momenti e della magia di quelli piccoli. Tre secoli per scegliere, anno dopo anno, di tenersi stretta la propria anima. Fino a quando, in una piccola libreria, Addie trova qualcuno che ricorda il suo nome. Nella tradizione di "Vita dopo vita" e "La moglie dell'uomo che viaggiava nel tempo", "La vita invisibile di Addie LaRue" si candida a divenire una pietra miliare nel genere del "romanzo faustiano".
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Buonsalve lettori! Termina oggi l'evento organizzato in occasione dell'uscita de "La Vita Invisibile di Addie Larue" edito Mondadori, che ringrazio per averci permesso di crearlo e per la copia digitale inviata in anteprima. Ringrazio, infine, anche le ragazze che hanno deciso di unirsi a me in questa breve ma intensa avvenura! Passate anche dai loro blog, mi raccomando!
«Le
storie sono un modo di preservare se stessi. Di essere ricordati. E di
dimenticare. Le storie si trasmettono in una miriade di forme: nel
carboncino e in una canzone, in quadri, poesie, film. E nei libri. I
libri, ha scoperto, sono un mezzo per vivere infinite vite o per trovare
la forza di affrontarne una bella lunga.».
Quando si parla de “La Vita Invisibile di Addie Larue” si va a toccare uno degli argomenti più spinosi degli ultimi mesi nel panorama libresco. L’ultima fatica di Victoria Schwab, infatti, è stata a lungo attesa, ancor di più chiacchierata e questo ha portato una parte dei lettori ad avere aspettative altissime, e un'altra a temere un flop epocale, di quelli che non ti dimentichi facilmente. In un modo o in un altro ne abbiamo parlato, discusso, letto e ora, finalmente, possiamo anche recensirlo.
Prima di iniziare la recensione vera e propria voglio fare una premessa: come molti sanno, ho letto praticamente tutto della Schwab, nella mia libreria si possono ammirare tutti i suoi titoli; questo mi ha portato a identificarmi tra quelli che aspettavano questo libro con trepidazione, certa che sarebbe stato un capolavoro, il libro della vita, di quelli che ti rimane per sempre nel cuore. Sarà successo? Lo scoprirete tra pochissimo…
«Cosa spinge qualcuno a scambiare un’intera vita di talento per qualche misero anno di gloria?»
Il ghigno dell’oscuro si incupisce. «Perché il tempo non ha pietà per nessuno, tantomeno per gli artisti. [...] Perché la felicità è fugace, la storia rimane e, alla fin fine» continua, «tutti vogliono essere ricordati.»
Il ghigno dell’oscuro si incupisce. «Perché il tempo non ha pietà per nessuno, tantomeno per gli artisti. [...] Perché la felicità è fugace, la storia rimane e, alla fin fine» continua, «tutti vogliono essere ricordati.»
Se dovessi descrivere questo libro con una parola utilizzerei un verbo: vivere. Vivere nonostante gli errori commessi, nonostante gli inganni, le promesse non mantenute; vivere (e alle volte soprevvivere) cercando di essere abbastanza per se stessi e gli altri, anche quando tutti si dimenticano di te, nella speranza di lasciare ugualmente un segno del tuo passaggio, un bagliore che renda più luminosa la vita degli altri e allo stesso tempo la propria.
«Hai forse dimenticato» gli aveva domandato allora «quando non eri altro che ombra e nebbia?»
«Tesoro" aveva risposto lui in quel suo modo soave e ironico, «io ero la notte in persona»
«Tesoro" aveva risposto lui in quel suo modo soave e ironico, «io ero la notte in persona»
Victoria Schwab ha scritto un inno alla resilienza, alla perseveranza nel continuare a vivere nonostante tutto, senza averne mai abbastanza anche quando il tempo a nostra disposizione è infinito e lo ha incarnato in Addie Larue, una giovane come tante, in cui molti si possono riconoscere. Addie non vuole essere legata alle catene della sua casa, del suo paese, del matrimonio; al contrario, ci viene subito presentata come curiosa, perspicace, una bambina che sin da piccolissima vuole scoprire cosa c’è oltre le mura domestiche, si affanna per poter scappare anche solo per poche ore dalla severa madre, vivere l’esperienza del mercato cittadino con suo padre, immergersi nei suoni e nei colori urbani che agli occhi di una bambina di sei anni sono unici e inimitabili. Eppure Addie è anche ingenua, o forse solo disperata, e nella notte del suo matrimonio prega un entità misteriosa e oscura, un demone che realizzerà il suo più grande desiderio a un prezzo carissimo: la sua libertà – e la sua immortalità – in cambio della memoria.
Ogni persona che incontra o che l’abbia mai incontrata, infatti, si dimenticherà di lei e della sua esistenza un attimo dopo averla conosciuta, privandola di fatto dell’affetto dei suoi cari e di essere amata da qualsiasi persona incrocerà il suo cammino nel corso degli anni a venire. Eppure, trecento anni dopo quel patto, un ragazzo all’apparenza come tanti si ricorderà di lei, stravolgendole quella vita fatta di sotterfugi e solitudine tanto difficilmente costruita…
«Dicono
che siamo come fiocchi di neve, ognuno a suo modo speciale, ma la
verità è che siamo più simili al cielo. C’è chi è nuvoloso, chi promette
tempesta, chi è limpido, ma è impossibile trovarne due uguali.»
Ancora una volta Victoria Schwab ha costruito una storia diversa da tutte le altre, una di quelle che ami o destesti senza mezze misure, con dei personaggi con cui non ho potuto fare a meno di empatizzare: Addie, così come Henry e Luc, sono protagonisti con un carattere ben delineato, si dimostrano forti nonostante le loro debolezze e le loro fragilità, nonostante i momento di insicurezza che li rendono ancor più reali. Tutti e tre, a modo loro, vogliono essere amati e sono disposti a tutto – e quando dico a tutto, intendo a tutto – pur di catturare e tenere stretto quel sentimento evanescente cantato da poeti e artisti e farlo durare nel corso degli anni (o, nel caso di due di loro, nei secoli).
Nonostante il personaggio che ho sentito più affine a me sia stato Henry, confesso che il mio preferito è stato Luc, ma visto i precedenti non mi aspettavo altro visto che, tra i protagonisti delle altre storie firmate Victoria Schwab, i miei preferiti si sono dimostrati essere i personaggi più grigi tra tutti. In Luc, infatti, ho intravisto la sfacciataggine e la follia di Victor, ma anche la fragilità e l’apparente freddezza di Hollande, mio preferito tra i personaggi della trilogia di A Darker shade of Magic (uscito in Italia con il nome di Magic).
«E'
così che si vive in eterno. Oggi è un giorno, domani un altro. Poi ne
arriva un altro ancora, e bisogna fare tesoro di quel che arriva,
godersi ogni istante rubato, tenersi stretto ciascun momento finchè non
c'è più.»
Passando ai temi trattati, una parentesi bisogna darla al delicato argomento che è la salute mentale, la depressione e il conseguenze abuso di droghe e alcool: se, infatti, pensate che questo libro sia tutta una passeggiata, per ragazzini, allora avete capito male e vi invito a informarvi bene prima di leggerlo. La Vita Invisibile di Addie Larue è molto spesso crudo, violento, contiene accenni allo stupro e, come suddetto, parla di malattie mentali, di quella “tempesta” implacabile che arriva quando meno te l’aspetti e spazza via tutto e ti fa rimanere impotente. A dirla tutta, avrei voluto che la Schwab avesse approfondito meglio queste tematiche, invece che spendere molte pagine iniziali introducendoci fatti e personaggi che, di fatto, non hanno portato nulla alla trama e ai suoi avvenimenti. Insomma, un brava ma non bravissima a Victoria, che ci ha provato a introdurre temi di natura sociale, ma che forse avrebbe dovuto sforzarsi un pochino di più…
Nonostante questo, La Vita Invisibile di Addie Larue si è dimostrato nel suo insieme un ottimo libro: sia chiaro, non è un libro impeccabile, all'inizio non scatta subito la scintilla e necessiti giorni per essere digerito completamente (forse anche di una rilettura qua e là per apprezzarne a pieno ogni piccola sfumatura), ma alla fine non si può fare a meno di amarlo e riconoscerne le molteplici qualità. Quindi, tornando alla domanda iniziale, possiamo dire che questo sia il libro della vita? La risposta è si e no. Sotto alcuni punti di vista è certamente unico, ma sotto altri aspetti si poteva fare un pochino di più, spingersi ancora più in là per arrivare a quella perfezione che puoi vedere all’orizzonte quando chiudi l’ultima pagina, ma che purtroppo non riesci ad acciuffare. Eppure, io mi ricorderò di Addie, perché nonostante non sia perfetto, la sua storia mi ha emozionata tantissimo ed è una di quelle che per me è quasi impossibile dimenticare…
4,5/5🌟
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