Autrice: Beatrice da Vela
Casa Editrice: Nua Edizioni
Pagine: 300
Prezzo: 18 € (cartaceo) - 4.99€ (ebook)
Trama: Mentre
in Italia si avvicina l’ombra lugubre della Grande Guerra, in Val
d’Elsa, la terra del vetro verde nel cuore della campagna toscana, si
intrecciano le vite di quattro giovani, che il destino deciderà di
unire.
Nanni è un gigante, attaccabrighe e amante delle belle donne,
cresciuto con il mito della nazione e della patria. Sua moglie,
Verdiana, lo ha sposato per amore, perdendo famiglia e ricchezze.
Felice è un colto vetraio socialista che non tollera le ingiustizie.
Anita, determinata a diventare maestra, sogna una vita di avventure come quelle delle eroine dei suoi libri.
Intorno
a loro si sviluppano la quotidianità, le delusioni, gli amori e i
misteri di due comunità, quella di Certaldo e quella di
Castelfiorentino. La storia di quattro persone, la storia di tutti: il primo capitolo di una nuova saga familiare.
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"Aveva imparato dai suoi libri che la violenza generava sempre violenza e che gli uomini, fatta la guerra una volta, parevano pigliarci gusto a voler continuare"
Esce oggi, 25 Novembre, l’Ampolla di Vetro, primo di una serie di romanzi
storici a tema familiare di Beatrice da Vela, che ho avuto la possibilità di
leggere in anteprima grazie a Nua Edizioni, che mi ha gentilmente inviato una
copia.
Le vicende iniziano poco prima del primo conflitto mondiale, a ridosso
dell’inizio della Campagna di Libia del 1913 e si svolgono in Italia,
precisamente in due piccoli paesi della Toscana: Certaldo e Castelfiorito. Qui
vivono i nostri quattro protagonisti, due giovani uomini e due altrettanto
giovani donne, che seguiremo nel corso degli anni, imparandoli a conoscere e
assistendo alle loro gioie e ai loro profondi dolori. La prima coppia che
seguiamo sono Nanni – detto Nannilungo – e sua moglie Verdiana: il primo è un
uomo orgoglioso, con un forte senso della patria, che ha servito come soldato
semplice in molte guerre ed è i primi ad arruolarsi quando in Europa le varie
nazioni decidono di entrare in conflitto tra loro; Verdiana, invece, è la
figlia di un ricco commerciante di pasta, che per amore di Nanni ha rinunciato a una
vita di agiatezze. E’ una moglie devota, una madre fantastica, ma è anche una
donna risoluta, che sa far di conto molto meglio dei suoi fratelli maschi e non
si perde mai d’animo.
A loro due si contrappongono Felice e la più piccola dei protagonisti, Anita:
il primo è un ragazzo apparentemente schivo (causa anche la menomazione di una delle sue gambe), un socialista convinto che sa lavorare il vetro con maestria e che ama la cultura e i libri tanto quanto Anita, che sogna
l’indipendenza e studia per diventare maestra. Loro due sono molto diversi da
Nanni e Verdiana, eppure in alcuni momenti si scoprono molto simili,
specialmente quando si parla della propria famiglia e dell’affetto dei loro
cari.
Ne l’Ampolla di Vetro assistiamo a uno spaccato di quotidianità che, nel suo
piccolo, riesce a delineare magistralmente la Storia del nostro paese in quegli
anni: con uno studio attento e minuzioso, che affonda le radici nella storia
dell’autrice stessa, riviviamo vividamente quel periodo storico in cui la
società cambia radicalmente e i ruoli si ribaltano. La guerra, infatti, prende
alla sprovvista tutti, rivelandosi molto più lunga del previsto e costringendo
le donne a prendere le redini della casa, della propria vita, e dimostrare il
proprio valore. Al contempo, gli uomini devono fare i conti con il fronte, con
le bombe e le trincee da cui molti non torneranno; seppure la morte tocchi solo
di striscio i nostri protagonisti, è innegabile come questa distrugga il paese,
anche quando gli uomini tornano dal fronte – tornare non significa sempre salvezza,
perché molte sono le ferite visibili e invisibili che i soldati si sono portati
loro malgrado a casa.
Attraverso Nanni, Felice, Verdiana e Anita assistiamo proprio a tutte queste
cose, in modo diverso ma ugualmente importante, sottolineando che tutti – anche
chi rimane a casa, impossibilitato a servire il proprio paese come lo stato
richiede – sono importanti per il domani, per quel futuro incerto che solo alla
fine porterà la vittoria tanto agognata.
Il punto forte del romanzo sono sicuramente i personaggi – non solo i quattro
citati, ma anche i personaggi minori. Ognuno di loro, infatti, viene sviluppato
nei minimi dettagli, dando vita a un romanzo corale figlio del suo tempo (non
troverete nessun tentativo di modernizzare alcunché qua dentro e per fortuna
direi) dove anche il lettore diviene parte integrante di questa piccola
comunità. Tosca, Giovanna, I’Mena, Beppe e persino la piccola Aida non sembrano
personaggi di un romanzo, ma vere e proprie persone, a cui non puoi non
affezionarti. Terminato il libro, mi sono subito mancati tutti e avrei voluto
leggere ancora e ancora – infatti spero che il secondo capitolo di questa serie
esca quanto prima.
Il libro della da Vela è una chicca tutta italiana che non si può non leggere
se si è amante dei romanzi storici, ma anche di quei titoli nostrani che ci
fanno riscoprire le nostre radici, catapultare in un mondo forse lontano da
noi, ma che è giusto non dimenticare nonostante le parentesi buie.
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