giovedì 11 febbraio 2021

Review Party: Piranesi

 


 
 
 
 
Buonsalve lettori! Torno anche oggi con una nuova recensione, questa volta di un libro bellissimo e che mi ha rubato il cuore: Piranesi. L'ho letto grazie all'evento organizzato da Franci di Coffee and Books  in collaborazione con la Fazi Editore, che ci ha gentilmente permesso di leggere il romanzo in anteprima.




Autore: Susanna Clarke
Casa Editrice
: Fazi Editore (collana LainYA)
Pagine: 300
Prezzo
: 16,50 euro (cartaceo), 8,99 euro (eBook)


Trama: Piranesi vive nella Casa. Forse da sempre. Giorno dopo giorno ne esplora gli infiniti saloni, mentre nei suoi diari tiene traccia di tutte le meraviglie e i misteri che questo mondo labirintico custodisce. I corridoi abbandonati conducono in un vestibolo dopo l’altro, dove sono esposte migliaia di bellissime statue di marmo. Imponenti scalinate in rovina portano invece ai piani dove è troppo rischioso addentrarsi: fitte coltri di nubi nascondono allo sguardo il livello superiore, mentre delle maree imprevedibili che risalgono da chissà quali abissi sommergono i saloni inferiori. Ogni martedì e venerdì Piranesi si incontra con l’Altro per raccontargli le sue ultime scoperte. Quest’uomo enigmatico è l’unica persona con cui parla, perché i pochi che sono stati nella Casa prima di lui sono ora soltanto scheletri che si confondono tra il marmo. Improvvisamente appaiono dei messaggi misteriosi: qualcuno è arrivato nella Casa e sta cercando di mettersi in contatto proprio con Piranesi. Di chi si tratta? Lo studioso spera in un nuovo amico, mentre per l’Altro è solo una terribile minaccia. Piranesi legge e rilegge i suoi diari ma i ricordi non combaciano, il tempo sembra scorrere per conto proprio e l’Altro gli confonde solo le idee con le sue risposte sfuggenti. Piranesi adora la Casa, è la sua divinità protettrice e l’unica realtà di cui ha memoria. È disposto a tutto per proteggerla, ma il mondo che credeva di conoscere nasconde ancoratroppi segreti e sta diventando, suo malgrado, pericoloso. Susanna Clarke, autrice fantasy fra le più acclamate, torna in maniera trionfale con un nuovo, inebriante romanzo ambientato in un mondo da sogno intriso di bellezza e poesia.



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Avete presente quella sensazione di straniamento e attrazione che si prova davanti a un quadro raffigurante un labirinto di Ersher o una delle prigioni di Giovan Battista Piranesi? Ecco, questo è più o meno quello che si prova leggendo il nuovo libro di Susanna Clarke, Piranesi.
Arrivato in libreria a quindici anni di distanza dall’ultima fatica della scrittrice inglese, Jonathan Strange e il Signor Norrell, questo nuovo romanzo, uscito in Italia il 4 Febbraio grazie alla Fazi Editore, racchiude in se la meraviglia di un mondo degno di qualsiasi romanzo fantasy e il mistero tipico del miglior thriller.
Ma di cosa, o meglio di chi, parla Piranesi? Piranesi vive nella Casa, è il suo figlio prediletto e ne conosce ogni anfratto, ogni livello e Salone, ogni Vestibolo e Atrio. Suoi unici compagni sono le statue marmoree che riempiono i saloni e che raffigurano non solo uomini, ma anche giganteschi Minotauri e creature leggendarie. Inoltre, la Casa accoglie tra le sue stanze anche l’Altro, unico essere vivente presente oltre Piranesi e come lui appassionato di scienza e dei segreti di questo mondo apparentemente infinito, e altre tredici persone di cui, però, rimangono solo i resti accuratamente conservati in nicchie e scatole di biscotti.
Ognuna di queste “persone-non persone” avrà un ruolo chiave nella trama, poiché nella Casa non tutto è come sembra e ben presto si scoprirà che molte sono le storie in attesa di essere raccontate e ancor di più i misteri da svelare.

Come ogni labirinto che si rispetti, il romanzo si apre in maniera volutamente enigmatica, presentandoci  un mondo oscuro e complesso attraverso le parole scritte da Piranesi stesso nei suoi diari; e sarà proprio Piranesi la voce narrante di questo racconto, il nostro Virgilio che ci accompagnerà tra i Saloni di questo mondo “altro” come fossimo dei novelli Dante appena arrivati nel primo cerchio dell’Inferno.
Nelle prime centinaia di pagine o poco meno, la Clarke ci fa ambientare e prendere confidenza con la sua storia, con le Maree e le Statue, gli Uccelli e i Pesci che popolano il suo labirinto dedalico. In ogni nuovo capitolo impareremo a conoscere Piranesi, la sua mente, il suo essere gentile e spesso ingenuo, ma sempre impaziente di conoscere e scoprire cose nuove: non affezionarsi a lui è praticamente impossibile. Poi, quando meno te lo aspetti, ecco che il libro prende una nuova direzione, una sfumatura che ricorda un dark academia che si fonde con un thriller in cui la gente scompare, viene uccisa e misteriosi studiosi fanno la loro comparsa, sconvolgendo non solo la vita tranquilla del nostro protagonista, ma anche noi lettori.


Il romanzo della Clarke è diverso da (quasi) tutto quello che avete mai letto. Dietro uno studio attento, fatto di dettagli minuziosi e parole non dette, si crea un libro che vi terrà incollati dalla prima all’ultima pagina e vi farà scoprire un mondo unico nel suo genere. In molti momenti mi ha ricordato tanto il Mare senza Stelle di Erin Morgenstern, anche questa una delle mie letture preferite di sempre. Entrambi i romanzi, infatti, contengono un mondo metafisico alternativo e segreto che ricorda un quadro di De Chirico, oltre ad una sfumatura surrealista e onirica perfetta per chi ama Salvador Dalì e i suoi orologi sciolti. Lo spazio e il tempo, infatti, non esistono in questo luogo, poiché la Casa segue solo il corso delle maree che si infrange nelle sue 7.678 stanze: al suo interno tutto scorre in modo naturale, in un equilibrio perfetto con il Tutto, quasi fosse un luogo paradisiaco più che una prigione dal quale sembra impossibile scappare.

Piranesi è stato un libro a lungo atteso, ancor di più chiacchierato: la sua uscita nel Regno Unito ha fatto impazzire pubblico e critica e ora che, finalmente, possiamo leggerlo anche in Italia non posso esimermi dal dire che vale la sua reputazione. Leggere questo libro è come leggere di un sogno e, una volta terminato, vorrete soltanto ricominciare e perdervi nuovamente nella Bellezza della Casa.


VOTO FINALE: 5/5🌟

mercoledì 10 febbraio 2021

Il Canto di Calliope - Review Party

 

 


 Buonsalve lettori! Torno dopo qualche settimana con un nuovo Review Party dedicato a "Il Canto di Calliope" di Natalie Haynes e organizzato da me in collaborazione con Sonzogno, che ringrazio per la copia gentilmente mandata in anteprima, e le altre cinque fantastiche ragazze, di cui trovate i nomi nel banner qui in alto, che si sono unite in questo evento.

 

Trama: Una donna sola corre nella notte, intorno a lei la sua città che brucia. Fuori dalle mura, la regina e altre sventurate attendono un destino che verrà deciso dai vincitori. È la caduta di Troia. Dieci interminabili anni di guerra sono giunti alla tragica conclusione, mentre le avventure dei protagonisti andranno a ispirare, nei secoli a venire, le opere di artisti e scrittori. «Cantami o Musa» invoca il sommo poeta Omero, che ha raccontato le gesta degli eroi. Ma Calliope, musa della poesia epica, questa volta è meno accomodante: è convinta che non tutto sia stato narrato, che qualcosa di fondamentale, legato alle figure femminili, manchi ancora per completare l'affresco. Se il bardo vuole che lei canti, allora lei canterà insieme a tutte le donne coinvolte nella grande tragedia. Dando voce a ciascuna di loro, Calliope prende in mano la storia e ce la racconta da una nuova prospettiva. Ecco Andromaca, Cassandra, Pentesilea, Clitennestra, che vengono alla ribalta, con i loro pensieri, con i complicati risvolti psicologici delle loro scelte, con la sete di vendetta, la solitudine, la dignità di fronte alla morte. E poi tutte le altre, da Penelope a Briseide, da Creusa a Ifigenia, dalle troiane che, vinte, saranno rese schiave, alle greche che attendono il rientro dei loro uomini, senza dimenticare le capricciose divinità che governano le sorti dei mortali. Attingendo alle fonti antiche, anche le meno note, Natalie Haynes rivisita una delle più grandi narrazioni di tutti i tempi, facendoci palpitare di commozione accanto alle leggendarie eroine, e trasmettendoci il sentimento vivo di come la guerra di Troia e la sua epopea appartengano alle donne non meno che agli uomini.


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“Cantami, O Diva, del pelide Achille l’ira funesta, che infiniti addusse lutti agli Achei”.


Quanti di noi non conoscono questa frase, l’incipit più famoso della storia della letteratura classica? Omero inizia così la sua Iliade, in cui ci narra le gesta di coraggiosi eroi come Achille, Odisseo e Agamennone. Sin da bambini ci insegnano a scuola queste parole, ci raccontano degli eroi che hanno combattuto e sono caduti all’ombra delle mura di Troia, ma quanti conoscono le altre tragedie, quelle combattute non con una spada in mano, ma nel silenzio del focolare, aspettando e pregando per il ritorno dei propri figli, padri, mariti? Le storie delle donne greche e troiane non sempre hanno la fama che meritano ed è per questo, per loro, che Natalie Haynes ha scritto il suo ultimo libro, Il Canto di Calliope (in inglese A Thousand Ships), romanzo epico uscito in Italia lo scorso 21 Gennaio per Sonzogno, la stessa casa editrice che ci ha portato anche “La Canzone di Achille” e “Circe” di Madeline Miller.

Premessa: in questo romanzo non troverete storie edulcorate o chissà quanto originali. Chi, come me, ha fatto studi classici probabilmente ricorderà benissimo i pomeriggi passati a studiare e analizzare tragedie come “Le Troiane”, “Medea”, “L’Orestea” e altre: molto prima di questa classicista inglese, infatti, i tre grandi drammaturgi greci Eschilo, Sofocle ed Euripide hanno donato alle donne il loro giusto ruolo nella Storia. Alla luce di questo, ci si può domandare a che scopo si debba scrivere una storia “nuova”, quando si può benissimo leggere la versione originale classica? Per dirla con le parole della Haynes: per far rendere conto ai lettori che “l’eroismo è qualcosa che può trovarsi in tutti noi […] non appartiene solo agli uomini”.
Le donne di questo romanzo (Ecuba, Penelope, Cassandra, Andromaca, per citarne solo alcune) sono di fatto eroine a loro modo: nonostante i lutti, nonostante le tragedie, nonostante la schiavitù e l’infinita attesa tutte loro combattono fino alla fine, cercando di opporsi al proprio destino o, al contrario, abbracciandolo con fierezza e senza alcuna paura.
Capitolo dopo capitolo il lettore non può fare a meno di immedesimarsi in loro, sperare e soffrire con loro, anche quando sa bene che la Storia non verrà mutata e alla fine ognuna di loro verrà immolata sull’altare accuratamente costruito secondo i capricci degli déi. Insieme a Calliope, musa amata da Omero, colei che narra le disavventure delle donne e ci conduce mano nella mano per tutto il libro, vagherete come ombre tra le loro vite, le conoscerete e capirete meglio chi sono state queste donne così fiere che spesso non riescono ad essere alleate o comprensive le une con le altre, neanche quando c’è di mezzo il sangue del proprio sangue – dopo tutto, chi mai ricorda che Paride era sposato con una ninfa? L’adulterio è una macchia che indossa solo una donna, è solo di Elena, che ne paga le conseguenze e sarà colpevole di questo crimine per l’eternità.

Il Canto di Calliope è, dunque, un romanzo corale, di quelli che conducono indietro nel tempo e hanno il profumo di un libro antico dalle pagine ingiallite, oltre che una straordinaria storia tanto antica quanto contemporanea. Chi non ne conosce le vicende ne sarà ammaliato, al contrario chi le conosce da sempre sarà incuriosito da questo nuovo modo di interpretarle, ma tutti, spero, saranno commossi da queste piccole, grandi donne che hanno contribuito, a modo loro, a costruire la letteratura epica che conosciamo oggi. 
 
 
VOTO FINALE: 4/5🌟

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