Autore: Pajtim Statovci
Casa Editrice: Sellerio editore
Pagine: 232
Prezzo: 16 €
Trama: Si innamorano già dal primo incontro, seduti al
tavolino di un bar. Arsim è albanese, Milos serbo, vivono a Pristina, in
Kosovo, a metà degli anni Novanta, studiano all'università. Per
entrambi la cultura di provenienza rifiuta le relazioni tra uomini.
Eppure la loro storia sembra perfetta, l'anima e il corpo, lo spirito e
la carne, Romeo ha trovato Romeo. Anche se Arsim è sposato, a seguito di
un matrimonio combinato voluto dai genitori. Di lì a qualche mese la
guerra sconvolgerà le loro vite, serbi contro albanesi, milioni di
profughi, una ferocia efferata che scatena il terribile naufragio di una
nazione. Arsim e Milos avevano un sogno, e quel sogno è impossibile.
Arsim partirà con la famiglia verso un paese straniero, Milos si
arruolerà come medico, vivrà in pieno la disumanità della guerra. Il
primo diventerà un marito violento, un padre tirannico, il secondo
sembra sprofondare nell'oscurità. Storia di una grande passione che si
infrange contro una realtà assurda e al tempo stesso atrocemente vera,
"Gli invisibili" è un romanzo di rabbia e tenerezza spiazzanti che
racconta in un unico sguardo l'amore e l'orrore e indaga con lucidità il
ricatto implacabile dei desideri che ci torturano, perché «i sogni
corrono dietro alle menzogne che diciamo a noi stessi». Come è possibile
sopravvivere quando non puoi essere quello che sei, quando bisogna
nascondersi dal mondo e nel mondo? È un quesito che vale ancora oggi,
persino da noi, e in molti paesi d'Europa, e Pajtim Statovci ha la
grazia di narrare la Storia nel riflesso dello specchio più intimo e
nascosto, di affrontare paure e verità con una prosa luminosa e uno
sguardo delicato, con un virtuosismo che eleva la sua arte in una
dimensione che non ha tempo e luogo. La giuria del Finlandia Prize, il
più importante premio letterario finlandese, ha scritto: «Questo è un
romanzo che incanta grazie al potere della sua lingua. Una storia di
umana follia, di perdita e crudeltà, ma anche di amore e devozione».
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"Non
è straordinario che un essere umano, come per umiliarsi, possa fare
ripetutamente l'errore di credere che si possa recuperare il tempo
perduto? E quanto il tempo diventi importante solo quando è perduto?"
Ambientato tra la metà degli anni '90 e i primi anni del 2000, Gli Invisibili è il terzo romanzo dell'autore finlandese di origini kosovare. Acclamato da pubblico e critica, il romanzo è stato portato in Italia dalla casa editrice palermitana Sellerio, che già aveva pubblicato il suo secondo libro, Le Transizioni.
Come quest'ultimo, anche Gli Invisibili (Bolla in lingua originale) tratta della guerra che ha dilaniato i balcani negli anni '90, dove due popoli - qui rappesentati dai due protagonisti - si sono odiati e distrutti senza mezze misure; come il suo secondo libro, anche questo mi ha sconvolta, fatta arrabbiare e colpito come pochi altri, anche grazie a dei protagonisti che si amano e si odiano nello stesso momento e uno stile di scrittura che sa tenere incollato chi legge alle pagine.
E' incredibile, infatti, la maestria con cui Statovci
racconti di personaggi pieni di orrore, fragilità, odio e disperazione
proprio come la sua (e la loro) terra d'origine. Arsim e Milos, proprio
come Bujar, il personaggio delle Transizioni, sono dei protagonisti che
pagano il prezzo di vivere in quella terra distrutta dalla guerra a
inizio degli anni '90, dove diffidenza, miseria, crudeltà e disperazione
si intrecciano e si fondono. Arsim e Milos, che conosciamo prima come due ventenni universitari e poi come due uomini adulti totalmente cambiati dalle vicissitudini della vita, sono in egual modo vittime e carnefici,
due anime tormentate che non sanno come chiedere scusa per le azioni
terribili che commettono e che alla fine si ritrovano ad essere solo
l'ombra dei ragazzi che sono stati un tempo, pieni di sogni e speranza,
anche quando di sogni e di speranze c'era ben poco.
"Con te dovrei scusarmi per aver mentito su tante cose. A volte è come se il male che vedi diventasse il male che fai"
Statovci
non chiede mai scusa per quello che scrive: diretto e destabilizzante,
ti catapulta in un mondo feroce, dove l'amore dura poco, il tempo di
un'estate e deve essere nascosto. Poche sono le gioie regalate ai
protagonisti, pochissime le pagine in cui possono davvero godere del
loro amore segreto. Tutto il resto è solo violenza, anime che piano piano si
lacerano, lasciando gusci vuoti.
Nelle parole di Arsim, nei diari di
Milos, si affrontano temi delicatissimi, spesso disturbanti: Statovci
non ha mezze misure, come ho detto prima non chiede scusa e credo che
stia proprio in questo la forza dei suoi libri. Ancora una volta la sua
penna fa un lavoro egregio nel narrare la Storia di un popolo che ancora
poco viene narrata, la sua storia, e io da lettrice posso solo
ringraziarlo per questo e consigliere i suoi romanzi.