martedì 26 febbraio 2019

Il Sognatore [RECENSIONE]



«È il sogno a scegliere il sognatore, e non il contrario».




TITOLO: Il Sognatore (Strange the Dreamer)
AUTORE
: Laini Taylor
PAGINE: 524
EDITORE: Fazi Editore (collana Lainya)
PREZZO: 14,50 euro (paperback), 6,99 euro (eBook)





«Sogna qualcosa di selvaggio e improbile,» lo implorò «Qualcosa di bello e pieno di mostri».
«Bello e pieno di mostri?»

«Tutte le storie migliori li hanno». 




Il Sognatore è senza alcun dubbio un'opera degna della sua fama.
Portato in Italia dalla Fazi Editore, il libro di Laini Taylor coinvolge sin da subito grazie a
uno stile che definirei raffinato e poetico, capace di farti sognare a occhi aperti per tutto il corso della lettura. Un vero punto di forza, forse il vero punto di forza di questa duologia.
Tra le strade di Zosma prima, dove incontriamo il protagonista che dà il nome a questo primo libro, Lazlo Strange, detto il Sognatore, fino a quelle della mitica e solo apparentamente perduta città di Pianto, ci affacciamo passo dopo passo in un mondo fantastico pieno di misteri, leggende perdute tra le pagine di polverosi libri dimenticati sugli scaffali di una biblioteca e déi dalla pelle blu.

Protagonista indiscusso è appunto Lazlo Strange, orfano dal passato misterioso cresciuto tra i monaci della città di Zosma: proprio nel monastero, grazie a un monaco anziano, Lazlo sente per la prima volta nominare Pianto, leggendaria città di cui si è persa ogni traccia e che sembra svanita nel nulla.
Pianto è il centro dei suoi sogni, siano questi a occhi chiusi e aperti, la sua ossessione quotidiana che lo porta a diventare quello che tutti vedono come un anonimo bibliotecario, un dal ragazzo taciturno con il capo perennemente chino sulle pagine di un antico libro e la testa tra le nuvole. Ben presto, però, le cose cambieranno e quando l'occasione della vita gli si presenterà sotto forma di Eril-Fane, detto Il Massacratore degli déi, il giovane uomo sarà disposto a tutto per coglierla e realizzare il sogno di tutta la sua vita: scoprire i misteri della città di Pianto.



«Penso che tu sia una fiaba. Penso che tu sia magnifica e coraggiosa e sublime. E... Spero che mi lascerai entrare nella tua storia.»


Protagonista femminile, invece, è Sarai, ragazza dai capelli color cannella e la pelle blu, prigioniera in una fortezza sospesa nell'aria e Musa degli Incubi.
Sarai è un personaggio che ispira compassione, una giovane che vuole disperatamente essere amata, ma che suo malgrado è cicondata dall'odio e dalla vendetta per un massacro compiutosi molti anni prima e dal quale è uscita viva per miracolo.
Sarai ha il dono dei sogni, degli incubi, paga un prezzo per il suo stesso sangue, per quella pelle color blu che è la fonte di disperazione, miseria e morte.
Se da amante della lettura e dei mondi leggendari mi sono sentita molto vicina a Lazlo, è il personaggio di Sarai quello che mi ha colpito più di tutti e ha fatto breccia nel mio cuore.

Nessuno dei due, comunque, è perfetto e ricalca il classico stereotipo del personaggi bello e perfetto: Lazlo e Sarai non rispettano il canone di bellezza che ci aspetti da due protagonisti - Lazlo ha lineamenti ruvidi, un naso rotto, mentre Sarai è considerata un abomineo, una feccia, per citare il modo in cui la gente (e in anche parte anche se stessa) la vede. Inoltre, entrambi sono combattuti tra la fedeltà al loro popolo, ai loro amici, alla loro famiglia, tra quello che è giusto o sbagliato. Entrambi, specialmente Sarai, hanno fatto cose di cui non vanno fieri e sono spesso tormentati dai sensi di colpa - il prezzo per essere La Musa degli Incubi, lo scopriamo subito, è molto alto.
Molto promettenti anche i personaggi secondari: Eril-Fane, il Massacratore degli déi, è sicuramente quello più complesso, ma anche Minya e Thyon sono due personaggi con molto potenziale. Meno interessanti, forse, sono Ruby, Sparrow e Feral, anche se spero che nel secondo libro venga dato loro più spazio.



 «Ho trasformato i miei incubi in lucciole e li ho chiusi in un barattolo.»



Come suddetto, il punto forte del libro è sicuramente lo stile: nonostante una narrazione lenta, in certi punti forse anche troppo lenta, lo stile elegante e unico della Taylor è capace di tenerti incollata alle pagine e di non farti pesare neanche un rigo. Un grande merito va anche al lavoro di traduzione egregio, che non ha fatto perdere nulla della bellezza della versione originale in inglese, anzi è stato molto attento e meticoloso: ogni parola non è stata scelta a caso e questo si evince chiaramente.
Le ultime pagine, poi, sono un avvenimento dopo l'altro, si susseguono in un ritmo incalzante, quasi sfrenato, concludendosi con un finale che vi lascerà senza fiato. Per questo, consiglio di avere già sottomano il secondo libro, La Musa degli Incubi, così da riprendere immediatamente la lettura da dove si è interrotta.



                                                                       4.5/5 stelle
                                                                                       🌟🌟🌟🌟

giovedì 14 febbraio 2019

Circe [RECENSIONE]

«Quando sono nata, ancora non esisteva nome per ciò che ero.»


TITOLO: Circe
AUTORE
: Madeline Miller
PAGINE:411
EDITORE:
Bloomsbury Publishing (UK) - Sonzogno Editore (IT)
PREZZO: 19,00€



TRAMA:
Ci sembra di sapere tutto della storia di Circe, la maga raccontata da Omero, che ama Odisseo e trasforma i suoi compagni in maiali. Eppure esistono un prima e un dopo nella vita di questa figura, che ne fanno uno dei personaggi femminili più fascinosi e complessi della tradizione classica. Circe è figlia di Elios, dio del sole, e della ninfa Perseide, ma è tanto diversa dai genitori e dai fratelli divini: ha un aspetto fosco, un carattere difficile, un temperamento indipendente; è perfino sensibile al dolore del mondo e preferisce la compagnia dei mortali a quella degli dèi. Quando, a causa di queste sue eccentricità, finisce esiliata sull'isola di Eea, non si perde d'animo, studia le virtù delle piante, impara a addomesticare le bestie selvatiche, affina le arti magiche. Ma Circe è soprattutto una donna di passioni: amore, amicizia, rivalità, paura, rabbia, nostalgia accompagnano gli incontri che le riserva il destino - con l'ingegnoso Dedalo, con il mostruoso Minotauro, con la feroce Scilla, con la tragica Medea, con l'astuto Odisseo, naturalmente, e infine con la misteriosa Penelope. Finché - non più solo maga, ma anche amante e madre - dovrà armarsi contro le ostilità dell'Olimpo e scegliere, una volta per tutte, se appartenere al mondo degli dèi, dov'è nata, o a quello dei mortali, che ha imparato ad amare.


RECENSIONE: In occasione dell'uscita italiana di questo libro per la Sozogno editori, ho deciso di condividere qui sul blog la mia recensione di questo bellissimo libro, letto qualche mese fa.
Circe è il primo libro che leggo della Miller, sua seconda opera dopo l'acclamatissimo "La Canzone di Achille" che tutti hanno amato. Su Circe, invece, avevo letto pareri discordanti, quindi non sapevo se l'avrei amato o se ne sarei stata delusa - ovviamente, dalla prima pagina ho sperato nella prima ipotesi e così è stato! Ho adorato questo libro.
Circe, come la mitologia tramanda, è la figlia del titano Helios, ma a differenza del padre non ha i suoi poteri o la capacità di incutere timore nei mortali.
Sin dalle prime pagine si capisce che Circe sarà diversa da tutti, dagli dei dell'Olimpo e dai Titani, una creatura "umana" intrappolata in una corte scintillante insieme ad esseri immortali incapaci di compassione e gentilezza, impazienti di tramare l'uno alle spalle dell'altro e vendicare le offese subite.

«The grudges of gods are as deathless as their flesh.»


Nel corso della lettura sono molte le figure che si susseguono nella sua vita, iniziando dai suoi fratelli, continuando con Glauco, suo primo amore, proseguendo con Dedalo e, infine, Ulisse.
Circe è forte, inizialmente ingenua, eppure continua imperterrita ad andare avanti, sempre a testa alta, nonostante i tradimenti e i dispiaceri che la sua vita immortale le fa affrontare.
Protagonista indiscussa, la Miller la dipinge in modo così meticoloso che è impossibile non affezionarsi a lei, non provare compassione e affetto per questa "dea dalla voce mortale".


«I would say, some people are like constellations that only touch the earth for a season.»


Quello, invece, che mi ha lasciato perplessa è il modo in cui ha caratterizzato gli altri personaggi: Dedalo, Arianna, Medea, tutte queste figure compaiono e scompaiono a una velocità tale che non hai il tempo di affezionarti a loro, di capire le loro ragioni, di apprezzarli pienamente.
Tutti e tre sono personaggi importanti nella mitologia e nella letturatura greca, figure che io ho adorato, e mi è davvero dispiaciuto che siano stati liquidati così frettolosamente.


«He showed me his scars, and in return he let me pretend that I had none.»

Capitolo a parte spetta a Ulisse: personaggio controverso, a cui difficilmente riesci ad affezionarti. Stratega, ingannatore, abile guerriero e molto altro. La sua personalità complessa viene descritta attraverso gli occhi di Circe, di Penelope, dei suoi figli. Ognuno parla di lui in modo diverso, vede in lui un ideale, un eroe, un'anima che non riesce a trovare pace, un uomo crudele. La sua figura è enigmatica e ogni lettore può vederla come meglio crede. Il suo è (forse) il personaggio meglio riuscito insieme a Circe.


«Humbling women seems to me a chief pastime of poets. As if there can be no story unless we crawl and weep.»

In conclusione, questa è la storia di una donna, una donna forte e indipendente, che cresce e prende consapevolezza di se stessa, dei suoi poteri, della sua forza. Circe è una maga, certo, ma non solo: è prima una figlia, poi un'esiliata, un'amante, un'amica e tanto altro ancora.
Lo stile della Miller rende la sua storia ancor più accattivanete, la adorna con parole raffinate, ricercate, che richiamano la mitologia e lo stile classico.
Uno delle scritture più belle ed eleganti che abbia letto negli ultimi anni.

Uniche note dolenti sono, come suddetto e a mio modestissimo parere, certi miti e personaggi liquidati troppo frettolosamente - per chi se lo stesse chiedendo parlo di Arianna e Medea, due donne protagonisti di miti che io adoro da sempre e che secondo me hanno avuto troppo poco spazio Il finale, poi, a mio avviso è stato troppo sbrigativo seppur comunque carico di speranza - avrei voluto qualcosina di più, una manciata di pagine di gioia e felicità dopo tanta solitudine e tristezza.
Nonostante questo, Circe è stata una piacevole lettura, un modo per riscoprire quei miti e quei personaggi che da sempre mi appassionano, rileggere le avventure e le storie di déi ed eroi che da sempre caratterizzano e contraddistinguono le nostre radici classiche.
E' un libro che consiglio? Assolutamente sì. In giro non ne troverete un altro simile e per gli appassionati di mitologia e letteratura classica è un must read!


4.5/5 stelle
🌟🌟🌟🌟


mercoledì 13 febbraio 2019

The Wicked Deep [RECENSIONE]

«Benvenuti nella città maledetta di Sparrow»


TITOLO: The Wicked Deep
AUTORE: Shea Ernshaw
PAGINE: 310
EDITORE: Simon Pulse
PREZZO: 17,00€ (hardback)



TRAMA: Sparrow. Qui, duecento anni fa, tre sorelle furono condannate a morte per stregoneria. Pietre furono legate alle loro caviglie e insieme furono annegate nelle profonde acque che circondano la città.
Ogni estate, per poche settimane, le sorelle ritornano, pronte a rubare i corpi di tre ragazze dal cuore fragile in modo da poter cercare vendetta attirando giovani ragazzi nel porto della città e affogandoli nelle sue profonde acque.
Come molti altri cittadini di Sparrow, anche la diciassettenne Penny Talbot ha accettato il destino della città. Quest'anno, però, alla vigilia del ritorno delle sorelle, a Sparrow arriva, ignaro del pericolo a cui sta andando in contro, un ragazzo di nome Bo.
Ben presto diffidenza e menzogne prendono piede tra le strade bagnate dalla pioggia e gli abitanti di Sparrow si accusano l'uno contro l'altro. Penny e Bo iniziano a percepire le menzone che entrambi si sono scambiati e, lesta, la morte arriva per coloro che non riescono a resistere al canto della sorelle.
Solo Penny, però, riesce a vedere quello che gli altri non riescono a vedere. E sarà costretta a scegliere: salvare Bo o salvare se stessa.




*


«We wait for death. We hold our breath. We know it's coming, and still we flinch when it claws at our throats and pulls us under.»



RECENSIONE: Opera prima della Ernshaw, The Wicked Deep è un retelling del film targato Disney "Hocus Pocus". Libro dalle atmosfere oscure, magiche e misteriose, è sicuramente una lettura molto gradevole e con uno stile che scorre piacevole.
Destreggiandosi tra passato e presente, tra le vicende che hanno portato le sorelle Swan al loro tragico destino e quelle che vedono protagonista Penny, taciturna ragazza con un passato doloroso alle spalle, la Ernshaw riesce a creare qualcosa di completamente nuovo rispetto alla sua fonte principale - Hocus Pocus, appunto - dei personaggi complessi, peni di mistero e di verità non dette e che, solo alla fine, vengono rivelate.
Mi sono piaciute molto le descrizioni di Sparrow, remota cittina americana circondata dal mare; proprio il mare la fa da padrone in questo libro, elemento molto importante e sempre presente, tanto che in alcune pagine sembra quasi di poter percepirne il profumo salmastro.
Tornando alla città di Sparrow, ho apprezzato il suo essere oscura, avvolta nella nebbia, popolata da persone diffidenti, chiuse, che non perdono l'occasione di sospettare di chiunque e agire in modi discutibili per arrivare alla distruzione delle tre sorelle. Sorelle che, se da una parte vengono temute, dall'altra sono fonte di buisness e turismo per i residenti. Ed è proprio questo turismo del macabro a rendere la città ancor più oscura e i suoi cittadini senza scrupoli come i loro antenati.
Parlando della sorelle, sicuramente sono loro i personaggi più riusciti: subdole, sfacciate, piene di un odio e di un'ira che non sempre riesci a condannare. Bellissime e letali, hanno una storia che ti affascina e che, sarò onesta, avrei voluto più presente nel corso della lettura. Nonostante il loro passato ci venga presentato e sia ben amalgamato con le vicende di Penny e Bo, ho chiuso il libro desiderosa di saperne di più, di leggere più approfonditamente la socità della Sparrow del passato e della vita delle sorelle - del loro rapporto complesso non solo con la città, ma anche con loro stesse.

Nel complesso devo dire che mi è piaciuto: un buon libro di esordio, con un finale agrodolce che, forse, potrebbe non soddisfarvi completamente, ma che rende, a mio avviso, la storia più realistica e meno favolistica di quello che ci si aspetta all'inizio.
Lo consiglio a chi ha amato, come me, Hocus Pocus e agli amanti della stregoneria e del mistero.


4/5 stelle
🌟🌟🌟🌟

La buia discesa di Elizabeth Frankenstein [RECENSIONE]

 
«Tu sei mia, Elizabeth Lavenza, e niente potrà portarti via da me. Neppure la morte.»
TITOLO: La buia discesa di Elizabeth Frankenstein
AUTORE: Kiersten White
PAGINE: 325
EDITORE: HarperCollins Italia
PREZZO: 16,90€ (hardback)

TRAMA: La piccola Elizabeth Lavenza non mangiava un pasto decente da giorni e le sue braccia erano coperte di lividi quando il giudice Frankenstein l'ha portata via dall'orfanotrofio e da una vita di maltrattamenti perché diventasse la compagna di giochi di suo figlio Victor, un ragazzino cupo e solitario che aveva tutto, tranne che un amico.

Victor era la sua salvezza, l'occasione per sottrarsi alla miseria, e da quel giorno Elizabeth, decisa a non lasciarsi sfuggire l'opportunità di cambiare in meglio la propria esistenza, ha fatto tutto ciò che era in suo potere per rendersi indispensabile. E ci è riuscita: la famiglia Frankenstein l'ha accolta, le ha dato una casa, un letto caldo in cui dormire, buon cibo e vestiti bellissimi. Lei e Victor sono diventati inseparabili.
Ma quella nuova, meravigliosa vita ha un prezzo. Con il passare degli anni, Elizabeth ha dovuto imparare a convivere con il temperamento violento di Victor, ad accontentare ogni suo capriccio, ad assecondarlo nei suoi vizi. Perché dietro gli occhioni azzurri e il sorriso dolce si nasconde in realtà il cuore calcolatore di una giovane donna decisa a sopravvivere a qualunque costo... anche quando il mondo che credeva di conoscere sprofonda nelle tenebre.



*


RECENSIONE: Il libro della White è certamente un'opera valida. Retelling interessante, ci ripropone la storia del grande classico di Mary Shelley dal punto di vista di Elizabeth, sfortunata sposa di Victor Frankenstein.
Elizabeth è un personaggio enigmatico, grigio, che fa di tutto per sopravvivere in un mondo dominato dal patriarcato, dove le donne fanno le bambinaie o sono un mero oggetto di bellezza. Il suo passato è oscuro, segnato da soprusi, violenze psicologiche, quindi non c'è da meravigliarsi quando, ricevuta l'occasione di una vita nuova, migliore, la bambina prima e la giovane ragazza poi sia disposta a tutto pur di restare nelle grazie della famiglia Frankenstein e, soprattutto, quelle del giovane Victor.
Proprio Victor è il pesonaggio più oscuro, perverso e manipolatore di questo romanzo: sin da piccolo ha un'ossessione verso il macabro, una mente oscura; è un bambino sadico, che non risparmia nessuno nella sua famiglia e nel corso delle pagine lo vediamo diventare un giovane uomo attratto dalla morte, dalla vita eterna, che vorrebbe prendere il posto di Dio e, proprio come lui, plasmare un uomo nuovo.
Elizabeth è l'unica che sembra riuscire a calmare Victor, sin da piccola si dimostra paziente, spesso anche accondiscendente verso il giovane: le sue parole e la sua presenza costante riescono a sedare il suo lato oscuro, eppure questo rapporto crea una dipendenza, tanto che l'uno non puo' fare a meno dell'altra. Una relazione, questa, che darà il via a menzogne, segreti indicibili e morti misteriose.

Personalmente,
avendo letto "Frankenstein" non ho avuto grandi sorprese a livello di trama e anche le poche varianti sul finale a mio avviso sono state piuttosto prevedibili. Questo, però, non ha inficiato uno stile scorrevole in grado di tenerti incollata alle pagine.
Proprio la fedeltà al romanzo, infatti, è un grande punto a favore di questo libro: la White, infatti, è stata brava a saper ricreare le atmosfere del grande classico della Shelley, inserendo allo stesso tempo il suo tocco e rendendo "suoi" Elizabeth e gli altri personaggi.
Parlando di Elizabeth, forse l'avrei
preferita ancor più oscura, ancor più ambigua di quella che ci ha presentato la White. Da questo punto di vista, forse, mi ero creata un'aspettativa troppo alta dopo aver letto in giro le recensioni e le opinioni sulla sua controversa figura. Personaggio di spicco e complesso è, al solito, la Creatura/Adam, mentre ho trovato in Victor l'uomo pessimo di sempre, oltre che un pazzo psicopatico. Molto ben dipinte sono anche le figure secondarie di Justine e Mary.
E' un libro che consiglio anche se, come suddetto, se avete già letto il classico non troverete grandi colpi di scena: è "semplicemente" la stessa storia narrata da Mary Shelley vista sotto un altro punto di vista, quello femminile di Elizabeth Frankenstein.


3.5/5 stelle

🌟🌟🌟

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