mercoledì 13 febbraio 2019

La buia discesa di Elizabeth Frankenstein [RECENSIONE]

 
«Tu sei mia, Elizabeth Lavenza, e niente potrà portarti via da me. Neppure la morte.»
TITOLO: La buia discesa di Elizabeth Frankenstein
AUTORE: Kiersten White
PAGINE: 325
EDITORE: HarperCollins Italia
PREZZO: 16,90€ (hardback)

TRAMA: La piccola Elizabeth Lavenza non mangiava un pasto decente da giorni e le sue braccia erano coperte di lividi quando il giudice Frankenstein l'ha portata via dall'orfanotrofio e da una vita di maltrattamenti perché diventasse la compagna di giochi di suo figlio Victor, un ragazzino cupo e solitario che aveva tutto, tranne che un amico.

Victor era la sua salvezza, l'occasione per sottrarsi alla miseria, e da quel giorno Elizabeth, decisa a non lasciarsi sfuggire l'opportunità di cambiare in meglio la propria esistenza, ha fatto tutto ciò che era in suo potere per rendersi indispensabile. E ci è riuscita: la famiglia Frankenstein l'ha accolta, le ha dato una casa, un letto caldo in cui dormire, buon cibo e vestiti bellissimi. Lei e Victor sono diventati inseparabili.
Ma quella nuova, meravigliosa vita ha un prezzo. Con il passare degli anni, Elizabeth ha dovuto imparare a convivere con il temperamento violento di Victor, ad accontentare ogni suo capriccio, ad assecondarlo nei suoi vizi. Perché dietro gli occhioni azzurri e il sorriso dolce si nasconde in realtà il cuore calcolatore di una giovane donna decisa a sopravvivere a qualunque costo... anche quando il mondo che credeva di conoscere sprofonda nelle tenebre.



*


RECENSIONE: Il libro della White è certamente un'opera valida. Retelling interessante, ci ripropone la storia del grande classico di Mary Shelley dal punto di vista di Elizabeth, sfortunata sposa di Victor Frankenstein.
Elizabeth è un personaggio enigmatico, grigio, che fa di tutto per sopravvivere in un mondo dominato dal patriarcato, dove le donne fanno le bambinaie o sono un mero oggetto di bellezza. Il suo passato è oscuro, segnato da soprusi, violenze psicologiche, quindi non c'è da meravigliarsi quando, ricevuta l'occasione di una vita nuova, migliore, la bambina prima e la giovane ragazza poi sia disposta a tutto pur di restare nelle grazie della famiglia Frankenstein e, soprattutto, quelle del giovane Victor.
Proprio Victor è il pesonaggio più oscuro, perverso e manipolatore di questo romanzo: sin da piccolo ha un'ossessione verso il macabro, una mente oscura; è un bambino sadico, che non risparmia nessuno nella sua famiglia e nel corso delle pagine lo vediamo diventare un giovane uomo attratto dalla morte, dalla vita eterna, che vorrebbe prendere il posto di Dio e, proprio come lui, plasmare un uomo nuovo.
Elizabeth è l'unica che sembra riuscire a calmare Victor, sin da piccola si dimostra paziente, spesso anche accondiscendente verso il giovane: le sue parole e la sua presenza costante riescono a sedare il suo lato oscuro, eppure questo rapporto crea una dipendenza, tanto che l'uno non puo' fare a meno dell'altra. Una relazione, questa, che darà il via a menzogne, segreti indicibili e morti misteriose.

Personalmente,
avendo letto "Frankenstein" non ho avuto grandi sorprese a livello di trama e anche le poche varianti sul finale a mio avviso sono state piuttosto prevedibili. Questo, però, non ha inficiato uno stile scorrevole in grado di tenerti incollata alle pagine.
Proprio la fedeltà al romanzo, infatti, è un grande punto a favore di questo libro: la White, infatti, è stata brava a saper ricreare le atmosfere del grande classico della Shelley, inserendo allo stesso tempo il suo tocco e rendendo "suoi" Elizabeth e gli altri personaggi.
Parlando di Elizabeth, forse l'avrei
preferita ancor più oscura, ancor più ambigua di quella che ci ha presentato la White. Da questo punto di vista, forse, mi ero creata un'aspettativa troppo alta dopo aver letto in giro le recensioni e le opinioni sulla sua controversa figura. Personaggio di spicco e complesso è, al solito, la Creatura/Adam, mentre ho trovato in Victor l'uomo pessimo di sempre, oltre che un pazzo psicopatico. Molto ben dipinte sono anche le figure secondarie di Justine e Mary.
E' un libro che consiglio anche se, come suddetto, se avete già letto il classico non troverete grandi colpi di scena: è "semplicemente" la stessa storia narrata da Mary Shelley vista sotto un altro punto di vista, quello femminile di Elizabeth Frankenstein.


3.5/5 stelle

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