martedì 26 marzo 2019

The Surface Breaks [RECENSIONE]


«We are women. And women are warriors, after all».


TITOLO: The Surface Breaks
AUTORE
: Louise O'Neill
PAGINE
: 320
EDITORE
: Scholastic Ltd
PREZZO
: 12,99£ (hardback)



«It is a hard thing to be a woman in this world, whether beneath the sea or if you break the surface».



In un panorama letterario oramai quasi del tutto saturo di retelling ispirati alle fiabe classiche, in cui cadere nel banale e nel già letto è diventato facilissimo, The Surface Breaks di Louise O'Neill si distingue tra tutti in maniera prepotente e prende di diritto il posto tra i migliori retelling, se non il migliore, che abbia mai letto fino a questo momento.
Ben lontano dal film d'animazione della Disney a cui noi tutti pensiamo quando parliamo de La Sirenetta, il libro della O'Neill si avvicina molto di più alla fiaba danese ottocentesca di Andersen: dimenticatevi, dunque, il buon padre amorevole, i granchi parlanti o il bel principe follemente innamorato della sfortunata protagonista, perchè non è questo che troverete leggendo questo libro.
Qual è, dunque, il tema principale di questo libro? Vi rispondo subito: il tema principale è l'emancipazione femminile, il diritto di contare, di essere libere e far sentire la propria voce in un mondo governato da uomini che pretendono solo silenzio e accondiscendenza.


Muirgen, o Gaia come preferirebbe essere chiamata, ha quindici anni ed è la più giovane figlia del Re del Mare, oltre che la più bella e la più desiderata. Sin dalle prime pagine la sua bellezza viene descritta come senza eguali, tanto che lei stessa di definisce come "il diamante nella corona di suo padre", un oggetto prezioso usato con secondi fini dalla persona che più di tutte dovrebbe amarla e che invece non esita a usarla per i suoi scopi politici e per aumentare il suo smisurato ego maschile.
Gaia, così come le sue sorelle, è stata cresciuta da sua nonna, la quale non ha mai mancato di raccontarle storie sul vero amore e su di una felicità che, appunto, si puo' trovare solo nelle fiabe.
Ed è proprio questo che Gaia cerca disperatamente: l'amore. L'amore di suo padre, delle sue sorelle, di un uomo che veda oltre la sua bellezza, la sua voce incantata e che possa finalmente renderla felice. Più di tutti, però, è l'amore di una madre che manca a Gaia.
Sua madre, infatti, è stata catturata e probabilmente uccisa dagli umani alla vigilia del suo primo compleanno, strappata via per sempre dalla sua casa e dalla sua famiglia da uomini senza volto. La sua sorte è un mistero per tutti.

Non voglio raccontare altro della trama, una trama già ben nota a tutti, quindi mi fermerò qui e lascerò a voi lettori scoprire di più di questa storia.



«They are fascinated by us, and terrified by us as well. Do not underestimate that fear, and what they might to with it. Some men are very afraid of women, my child. And those men long for us the most, and they are the most dangerous when they do not get what they want».


Come suddetto, il tema principale di questo libro è l'emancipazione femminile. La O'Neill non è estrane a questo tema, avendo già scritto libri fortemente femministi come "Asking for it", ma è stata davvero molto brava a riuscire a riportare magistralmente questi temi delicati in un retelling in chiave fantasy come questo.
Leggendo questo libro vi arrabbierete, vi sentirete frustrate e in alcuni punti vi verrà anche voglia di urlare per tutte le ingiustizie e le ipocrisie che ci sono sia nel mondo sotto la superficie del mare che sopra: nessun uomo si salva del tutto, nessun uomo tende mai la mano verso una donna, si mostra comprensivo o prova a mettersi al pari di una donna.
Anche quando una donna sembra avere il potere, presto si scopre che questo potere è solo una facciata, che gli uomini non considerano e non considereranno mai suddetta donna alla pari - una donna, ai loro occhi, deve avere per forza un uomo al suo fianco, altrimenti non sarà mai davvero degna di attenzione.
Le donne devono essere belle, è la loro principale prerogativa; le donne devono sorridere, annuire, soffrire in silenzio; una donna puo' esprimere le sue opinioni fino a un certo punto, ma solo su determinati argomenti, su questioni che alla fine non sono poi così importanti. Quelle, invece, sono esclusiva degli uomini.
Il patriarcato, anche quando le apparenze sembrano diverse, è ancora quello che detta legge e il potere è in mano agli uomini, degli uomini molto spesso non degni e sciocchi, che hanno paura di perdere quel potere e per questo molto spesso sono disposti a tutto pur di non farselo scappare dalle mani. La debolezza non è contemplata nel loro mondo e, quando si palesa, viene ben presto trasformata in rabbia e violenza. Una violenza che, troppo spesso, ricade sulle donne.


 «Living true is the most important thing any woman can do. But it takes courage, and we are not taught how to be bave, are we? Women are taught to obey the rules».


Passanto poi ai personaggi, devo dire che Ceto, la Strega del Mare, è sicuramente quello più affascinante e ricco di sorprese. Un personaggio carico di sfumature, che alle volte temi e alle volte ammiri; Ceto non ha regole, è una donna forte, che non si è mai sottomessa ai canoni di bellezza o alle regole imposte dagli uomini. Lei è libera, è sempre rimasta fedele a se stessa e credo sia il perfetto esempio femminsita di questo libro nonostante tutto.
Anche Gaia mi è piaciuta molto: da quindicenne piena di sogni e ingenua si trasforma rapidamente di pagina in pagina, diventando una giovane consapevole, in grado finalmente di vedere il mondo per quello che è realmente e di alzarsi in piedi e far sentire forte e chiara la propria voce.

Concludo ribadendo quanto io abbia amato questo libro e quanto io lo consigli a tutti. Certo, non è sempre una lettura facile, alcune tematiche vi riempiranno di rabbia, ma alla fine ne sarà valsa la pena.
Ottimo stile, ottima ambientazione, ottima rivisitazione della storia e dei personaggi: insomma, un ottimo libro!



«I want you to remember always how powerful you are. Never allow anyone to take that away from you, or try and make you feel small». 


5/5🌟

venerdì 8 marzo 2019

La Musa degli Incubi [RECENSIONE]




TITOLO: La Musa degli Incubi (Muse of Nightmares)
AUTORE
: Laini Taylor
PAGINE: 526
EDITORE: Fazi Editore (collana Lainya)
PREZZO: 15,00 euro (paperback), 7,99 euro (eBook)




TRAMA: La peggiore paura degli abitanti di Pianto si è concretizzata: nella minacciosa fortezza di mesarzio i figli degli dèi sono ancora vivi. Sarai è diventata un fantasma, mentre il Sognatore ha appena scoperto di essere lui stesso un dio dalla pelle blu, l’unico capace di fronteggiare l’oscura Minya, animata dall’implacabile desiderio di vendetta nei confronti degli umani che massacrarono la sua gente. Lazlo si troverà di fronte alla più impensabile delle scelte: salvare la donna che ama oppure tutti gli altri. Ma inquietanti misteri dimenticati chiedono di essere risolti: da dove sono arrivati, veramente, i Mesarthim, e cosa ne è stato di tutti i bambini nati nella fortezza durante il dominio di Skathis? Quando i portali dimenticati si apriranno di nuovo, mondi lontani diventeranno pericolosamente vicini e un inatteso, potente nemico arriverà deciso a spazzare via le fragili speranze di tutti, dèi e umani. Sarai, la Musa degli Incubi, conoscitrice di ogni genere di paura fin da quando aveva sei anni, sarà costretta ad affrontare orrori che neanche immaginava e ad andare oltre i suoi stessi limiti: l’esperienza le ha insegnato che l’odio e il terrore sono sentimenti facili da provocare. Ma come si fa a rovesciare l’odio, a disinnescare la vendetta? È possibile salvare i mostri, piuttosto che annientarli?



*


«Tanto tempo fa, c'era un silenzio che sognava di diventare una canzone...»




RECENSIONE: La Musa degli Incubi è uno dei titoli del 2019 che più attendevo. Seguito de Il Sognatore, è stato accolto immediatamente da giudizi positivi sia all'estero che in Italia, catturato la mia curiosità a tal punto che me lo sono procurato il giorno stesso della sua uscita.
Portato nel nostro paese sempre dalla Fazi editore nel mese di Febbraio, questo secondo e ultimo libro della duologia di Laini Taylor è stato per me un altalenarsi di alti e bassi, di momenti in cui sono stata quasi tentata di abbandonarlo, a quelli in cui ho divorato le pagine una dopo l'altra. Di questo, però, parlerò più avanti.
Il libro riprende esattamente da dove si era interrotto: Lazlo Strange, taciturno bibliotecario di Zosma, è diventato un dio dalla pelle blu capace di dominare il mesarzio, metallo indistruttibile e misterioso; Sarai, invece, è divenuta un fantasma dopo la tragica caduta dal serafino che ha portato alla sua prematura e sconvolgente morte.
La prima parte del romanzo si focalizza su Minya, eterna "bambina cenciosa dagli occhi come gusci di scarafaggio", dalla cui volontà dipende l'esistenza stessa di Sarai: piano piano scopriamo gli orrori che nasconde la sua mente, i ricordi che l'affliggono e hanno alimentato giorno dopo giorno il suo odio, la sua sete di vendetta che sembra non avere limiti, non volersi fermare davanti a niente e a nessuno, neanche per quella che è da sempre la sua famiglia.
La sua storia, insieme a quella di Nova e Kora, sorelle provenienti da un mondo remoto e accomunate da un tragico destino fatto di abusi, violenze e separazioni, è certamente quella più interessante.
Il resto delle vicende, al contrario, procede molto lento e a tratti mi è parso noioso: niente di rilevante accade nelle prime 250 pagine, quel poco che viene rivelato è prevedibile e i personaggi non vengono approfonditi, anzi moltissimi (Feral, Ruby e Sparrow soprattutto) rimangono sullo sfondo e non vengono mai analizzati realmente.

Neanche lo stile sempre elegante e raffinato della Taylor questa volta è riuscito a farmi pesare meno queste pagine, tanto che spesso mi sono ritrovata a fermarmi più e più volte, troppo annoiata e disinteressata alle vicende per andare avanti.
Fortunatamente, la narrazione cambia totalmente nella terza parte, quando il libro sembra iniziare davvero e le vicende si fanno incalzanti e le pagine scorrono fluide e veloci. Non posso dire molto di questa parte, perchè andrei a rivelare troppo, ma posso dire che la protagonista assoluta di questa seconda parte è Nova, donna complessa e misteriosa, con una missione da compiere e disposta a sacrificare qualsiasi cosa per portarla a compimento. Anche su di lei avrei preferito leggere di più, cosa che ancora una volta mi fa dire che queste prime 250 pagine di libro avrebbero potuto essere meglio gestite, così da entrare ancor più in empatia con i personaggi.
Menzione straordinaria va a Thyon Nero e Eril-Fane, uomini molto divesi, ma entrambi complicati e con un passato pesante che grava sulle loro spalle: mi è piaciuto vederli in azione, leggere delle loro emozioni, dei loro cambiamenti, di come si sono approcciati agli altri personaggi e infine sono arrivati a raggiungere quella serenità tanto a lungo desiderata.
Dopo Lazlo, sicuramente sono i miei due personaggi preferiti di questa duologia.

Grande conferma è stata, invece, lo stile di scrittura: oramai è palese che la Taylor sappia scrivere, che lo faccia con grande maestria, in un modo riconoscibile e riesce ad aprire la tua immaginazione e farti viaggiare nei suoi mondi proprio come fossero reali. Certamente una delle migliori autrici fantasy in circolazione.
Spero di leggere altro ambientato in questi suoi mondi fantastici, nuove avventure di Lazlo e della sua famiglia, di questi personaggi a cui, inevitabilmente, mi sono affezionata.
Concludendo, anche se in parte mi aspettavo di più da questo libro, posso comunque affermare che La Musa degli Incubi è un finale degno di una duologia che, seppur non priva di pecche e migliorabile, si è rivelata una lettura piacevole e che consiglio a chiunque voglia approcciarsi al genere o, semplicemente, voglia leggere un buon libro fantasy.

  

«I desideri non si avverano. Sono solo il bersaglio che dipingi attorno a quello che vuoi. Il centro devi sempre colpirlo da sola».
  


3.5/5 stelle      
                                                                                          🌟🌟🌟

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