mercoledì 12 ottobre 2022

Gioventù (Trilogia di Copenaghen #2) [RECENSIONE]

 


Autrice:
Tove Ditlevsen

Casa Editrice: Fazi Editore
Pagine: 176
Prezzo: 15 € (cartaceo) - 8.99€ (ebook)


Trama: Dopo Infanzia, il secondo capitolo della trilogia di Copenaghen, grande classico della letteratura danese oggi riscoperto e acclamato a livello internazionale.
La piccola Tove è cresciuta in fretta: costretta ad abbandonare la scuola molto presto, a quattordici anni compie i primi passi nel mondo del lavoro. Indossato il vestito buono e infilato il grembiule in cartella, di prima mattina si presenta a casa della signora Olfertsen, che l’ha assunta come domestica. Durerà soltanto un giorno, e sarà la prima di una serie di esperienze mortificanti. Lasciata l’abitazione dei genitori, la ragazza si sistema in una stanzetta fatiscente; la notte dorme col cappotto addosso e deve sottostare a una padrona di casa nazista, ma quei pochi metri quadrati sono solo suoi. Insieme all’emancipazione arrivano nuove amicizie, vita notturna, e la scoperta degli uomini, con cui vive degli incontri maldestri e mai veramente desiderati. Lei ha fame d’altro: di poesia, di amore, di vita vera. Mentre l’Europa scivola nella guerra Tove, determinata nel perseguire la sua vocazione poetica, va per la sua strada, lungo il difficile cammino verso l’indipendenza. Uno sguardo sempre più affilato, una personalità sempre più definita: costantemente in bilico tra una libertà appena conquistata e lo spaesamento che questa comporta, comincia a delinearsi il tipo di adulta che diventerà.
Gioventù è il ritratto straordinariamente onesto e coinvolgente di una fase cruciale della vita, e Tove Ditlevsen, ancora una volta, ha un grande merito: nel raccontarci di sé ci rivela qualcosa su tutti noi.

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A poco più di sei mesi dall’uscita di “Infanzia” torna in libreria per Fazi Editore, che ringrazio per avermi dato la possibilità di leggerlo in anteprima, Tove Ditlevsen con il suo secondo capitolo della trilogia di Copenaghen: Gioventù.

Trascorsi gli anni spensierati dell’infanzia ritroviamo la giovene Tove, ora quattordicenne, nella sua piccola e modesta casa nel quartiere di Vesterbro dove vive insieme alla madre, donna esigente e che per la figlia ha solo in mente un matrimonio vantaggioso, e al padre, socialista che si rabbatta tra un lavoro e l’altro. Tove sogna l’emancipazione dalla sua famiglia, un'indipendenza sociale ed economica che arriverà solo con la maggiore età, oltre che potersi mantenere con ciò che più ama al mondo: la poesia.
Non è una sorpresa, dunque, coglierla nelle primissime pagine del romanzo a barcamenarsi nel suo primo lavoro, che durerà soltanto un giorno, e successivamente a ritagliarsi il suo posto in una società – e una città – difficile dove la povertà è sempre dietro l’angolo e il malcontento della gente cresce di giorno in giorno. Tra un lavoro e l’altro, Tove inizia a esplorare la vita mondana danese, grazie anche alla sua nuova amica, Nina, che la aiuterà a conoscere i primi ragazzi e a capire come muoversi nel complicato mondo delle relazioni uomo-donna. Da qui inizia anche una riflessione sulla femminilità, sul sentirsi accettata dai suoi coetanei, sulla propria sessualità e come questa sembra essere percepita dalla scrittrice in modo diverso rispetto alle altre ragazze che incontra. La Ditlevsen, infatti, non si ritiene bella e ribadisce più volte il disinteresse della maggior parte dei ragazzi nei suoi confronti: i suoi vestiti sono fuori moda, i suoi denti cariati, i suoi capelli male acconciati e quasi sempre sporchi. Il suo ceto sociale le preclude semplici lussi come una doccia in casa – fa sorridere quando, verso la fine del libro, Tove farà la sua prima doccia in casa dell’editore che pubblica la sua prima poesia – e anche quando finalmente riuscirà a lasciare la casa paterna le cose non andranno meglio, anzi. Ma tutto è passeggero, così come lo è la gioventù, che la stessa autrice definisce come “provvisoria, fragile e incostante”, una parentesi della vita “fatta per lasciarsela alle spalle”"

Gioventù si può dunque definire come una lunga cronaca di avvenimenti quotidiani che si susseguono per poco più di quattro anni: siamo alla fine degli anni ’30, il malcontento sta crescendo in Europa e in Danimarca, ma noi ci ritroviamo a leggere le vicende di una ragazza come tante di quell’epoca, fatta di alti e bassi. Nelle centosettanta pagine che compongono il romanzo non c’è azione, non succedono cose strabilianti, eppure non si può fare a meno di essere catturati dalla tenacia e dai sogni di questa giovane, di soffrire davanti all’alienazione che la pervade o gioire con lei quando si intravede uno spiraglio di luce. A differenza di Infanzia, però, qui iniziamo ad essere informati del contesto politico che sta cambiando, della guerra imminente e delle sciagure che questa porterà: dall’abdicazione di re Edoardo, all’invasione dell’Austria da parte della Germania nazista, continuando per quella della Polonia che porterà l’Inghilterra a dichiarare guerra, l’autrice ci dà briciole di informazioni che sono fondamentali e che cambiano il tono della storia man mano che questa procede. Inoltre, la poetessa danese ci fa capire come anche la sua vita, una vita apparentemente insignificante di ragazza di periferia, sarà per forza di cose segnata da questi avvenimenti. Tutto, insomma, sta cambiando e ci si prepara a quello che accadrà nell’ultimo capitolo di questa particolare biografia.

Come successo con “L’Educazione” di Tara Westover, in questi due romanzi – Infanzia prima e Gioventù adesso – fa specie il distacco con cui l’autrice parla di sé stessa: mai una volta sembra di leggere una biografia classica, al contrario lo stile di scrittura lascia pensare che questa storia sia romanzata, che parli di un’altra Tove, di un’altra vita e non quella della stessa autrice. Il lavoro di penna della Ditlevsen è davvero notevole, sicuramente il suo punto forte, risultando così distaccata ma empatica con i lettori nello stesso momento. Ancora una volta mi sento di consigliere questo titolo, un manifesto di forza ed emancipazione femminile da poco riscoperto, che fa conoscere al mondo la vita di una delle poetesse scandinave più famose e talentuose del XX secolo.
 

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